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EVENTI/POLITICA – Giorno del ricordo, Mattarella: “Per anni un muro di silenzio e opportunismo politico”

Oggi la commemorazione al Quirinale. Il Presidente della Repubblica: “Gli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume provarono la triste condizione di sentirsi esuli nella propria Patria”

ROMA – “Lungo tempo è trascorso da quegli eventi ma essi sono emotivamente a noi vicini: questo consente – in una vicenda storica complessa e ancora soggetta a ricerche, dibattiti storiografici e politici – di stabilire dei punti fermi e di delineare alcune prospettive”. Lo dice il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella durante la commemorazione del Giorno del Ricordo al Quirinale.
“Un muro di silenzio e di oblio – un misto di imbarazzo, di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità – si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani, massacrati nelle foibe o inghiottiti nei campi di concentramento, sospinti in massa ad abbandonare le loro case, i loro averi, i loro ricordi, le loro speranze, le terre dove avevano vissuto, di fronte alla minaccia dell’imprigionamento se non dell’eliminazione fisica”.

MATTARELLA: VITTIME OGGETTO OSTILITÀ CONNAZIONALI

Durante il suo discorso, il Presidente della Repubblica ha spiegato che “il nuovo assetto internazionale, venutosi a creare con la divisione in blocchi ideologici contrapposti, secondo la logica di Yalta, fece sì che passassero in secondo piano le sofferenze degli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume. Furono loro a pagare il prezzo più alto delle conseguenze seguite alla guerra sciaguratamente scatenata con le condizioni del Trattato di pace che ne derivò. Dopo aver patito le violenze subite all’arrivo del regime di Tito, quei nostri concittadini, dopo aver abbandonato tutto, provarono sulla loro sorte la triste condizione di sentirsi esuli nella propria Patria. Fatti oggetto della diffidenza, se non dell’ostilità, di parte dei connazionali”.

MATTARELLA: SPARIZIONI IN FOIBE COLPIRONO ANCHE PARTIGIANI

“Le sparizioni nelle foibe o dopo l’internamento nei campi di prigionia, le uccisioni, le torture commesse contro gli italiani in quelle zone, infatti, colpirono funzionari e militari, sacerdoti, intellettuali, impiegati e semplici cittadini che non avevano nulla da spartire con la dittatura di Mussolini. E persino partigiani e antifascisti, la cui unica colpa era quella di essere italiani, di battersi o anche soltanto di aspirare a un futuro di democrazia e di libertà per loro e per i loro figli, di ostacolare l’annessione di quei territori sotto la dittatura comunista”, ha detto Mattarella.

MATTARELLA: RIGURGITI RAZZISMO, ODIO E NAZIONALSIMO

“Malgrado queste tragiche esperienze del passato- ha detto il presidente della Repubblica- assistiamo con angoscia anche oggi, non lontano da noi, al risorgere di conflitti sanguinosi, in nome dell’odio, del nazionalismo esasperato, del razzismo. Dall’Ucraina al Medio Oriente ad altre zone del mondo, la convivenza, la tolleranza, la pace, il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale sono messi a dura prova. I soprusi e le violazioni si moltiplicano e chiamano quanti condividono i valori di libertà e di convivenza a una azione di contrasto, morale e politica, contro chi minaccia la libertà, l’ordine internazionale e le conquiste democratiche e sociali. Pagine buie della storia, anche d’Europa, sembrano volersi riproporre. Disponiamo di un forte antidoto e dobbiamo consolidarlo e svilupparlo sempre di più”.

MATTARELA: CON SLOVENIA E CROAZIA CONDIVIDIAMO VALORI DEMOCRAZIA

“Con Slovenia e Croazia coltiviamo e condividiamo, in Europa e nel mondo, i valori della democrazia, della libertà, dei diritti. E lavoriamo insieme per la pace, lo sviluppo, la prosperità dei nostri popoli, amici e fratelli. I giovani lo sanno e lo vivono. Le giovani generazioni lo stanno già facendo da tempo, sviluppando un comune senso di appartenenza a una regione che trova nell’ampio spettro di presenze, etnie, lingue, storie, culture, tradizioni, la sua preziosa e feconda peculiarità”, ha detto.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

AMBIENTE – Mai così caldo a gennaio, superato pure il record del 2020

Rispetto alla media del periodo preindustriale, compreso tra il 1850 e il 1900, il gennaio 2024 è stato più caldo di 1,66 gradi

ROMA – Quello appena trascorso è stato il gennaio più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media di 13,14 gradi centigradi, circa 0,70 gradi più alta di quella del periodo 1991-2020: lo ha comunicato il Servizio sul cambiamento climatico Copernicus (C3S) in un rapporto diffuso oggi.

Nello studio si ricorda che il precedente gennaio più caldo era stato quello del 2020, “superato” ora di 0,12 gradi centigradi. Secondo Copernicus, quello scorso è stato l’ottavo mese di fila più caldo mai registrato. Rispetto alla media del periodo preindustriale, compreso tra il 1850 e il 1900, il gennaio 2024 è stato più caldo di 1,66 gradi.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CRONACA – Operazione congiunta Polizia di Stato-Guardia di Finanza sul territorio

FROSINONE – La Squadra Mobile di Frosinone a seguito di una complessa ed articolata indagine, in collaborazione con il  Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza locale, ha dato esecuzione all’ordinanza del GIP su richiesta del Pubblico Ministero, con la quale sono state disposte numerose  misure cautelari personali e reali a carico di persone fisiche e giuridiche per: associazione a delinquere, falso, truffa per erogazioni pubbliche, riciclaggio ed autoriciclaggio, omessa dichiarazione, emissione di documenti e fatturazioni inesistenti, indebite compensazioni d’imposte, abusivo esercizio di attività di intermediazione finanziaria, infedeltà patrimoniale ed altri reati.

 Nel dettaglio, due persone sono state sottoposte a custodia cautelare in carcere, sette a custodia cautelare domiciliare, due interdette dall’esercizio di professione e dall’esercizio di imprese ed uffici.

Sono state intraprese contestualmente diverse azioni preventive, tra cui il blocco dei beni per assicurare la futura confisca dei profitti illeciti derivanti dalle attività criminali, includendo un sequestro preventivo di quasi quattro milioni di euro, mirato alla confisca diretta o al suo equivalente dei guadagni illeciti. In aggiunta, è stato effettuato un ulteriore sequestro preventivo di oltre sei milioni e mezzo di euro, relativo a profitti derivanti da reati di riciclaggio e auto-riciclaggio, nonché una misura di sequestro preventivo su alcune proprietà immobiliari, come azione cautelativa per garantire la disponibilità dei beni per future confische.

All’esecuzione delle misure si è accompagnata un’attività, in parte ancora in corso, di acquisizione e sequestro di documenti negli uffici della sede centrale di un noto Istituto bancario del capoluogo e presso le cancellerie delle sezioni fallimentari e delle esecuzioni immobiliari di alcuni Tribunali, nonché attività di perquisizione degli studi professionali di un avvocato e di due notai e di diversi altri luoghi nella disponibilità delle persone fisiche e giuridiche indagate.

L’attività odierna che vede la luce da un’indagine della stessa Squadra Mobile per reati connessi agli stupefacenti e nel corso degli anni sviluppatasi su reati finanziari, ha richiesto un notevole impegno di mezzi e persone, in totale oltre 150 uomini tra Polizia di Stato e Guardia di Finanza nonché un’unità cinofila addestrata alla ricerca di denaro contante.

L’investigazione ha preso impulso da un’intercettazione telefonica di un imprenditore ciociaro che rivelava implicazioni di altri professionisti nel settore delle aste giudiziarie che godevano della piena fiducia e dell’appoggio del direttore generale di una Banca.

Le indagini prontamente attivate evidenziavano una più complessa situazione di inquinamento del mercato immobiliare locale e facevano emergere l’attività di più gruppi organizzati che operavano altresì sia nel settore delle truffe per il c.d. “super bonus” sia nella creazione di falsi crediti erariali e nella organizzazione di indebite compensazioni sia nel riciclaggio e nell’auto riciclaggio di rilevanti partite di “nero” sia nella esecuzione dei reati fiscali e societari presupposti dall’attività riciclatoria.

Secondo la ricostruzione fornita nella ordinanza custodiale del GIP, dagli accertamenti effettuati, si delineava l’attività di tre associazioni per delinquere, fra loro interconnesse, per riciclaggio, mentre due di esse avevano influenza nella gestione delle linee di credito di un noto Istituto bancario di Frosinone.

Ciò mediante il ruolo primario svolto dal direttore generale e da funzionari del Corporate Banking di quell’Istituto oltre che da due notai che redigevano la maggior parte degli atti d’interesse per gli associati.

Attesa la complessità del quadro emergente, la Procura promuoveva e coordinava la codelegazione delle indagini al Nucleo PEF di Frosinone della Guardia di Finanza per svolgere accertamenti più specifici, tesi a supportare quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche acquisite dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato.

La ponderosa attività di analisi delle fatturazioni e dei finanziamenti erogati dal citato istituto bancario consentiva di cristallizzare l’attività criminale del comitato d’affari in tre gruppi operativi interconnessi tra loro e di far emergere nuove condotte penalmente rilevanti.

Le indagini accertavano efficacemente la struttura, le interrelazioni e le attività illecite che si muovevano intorno alla Banca oggetto di osservazione, comprese le false intestazioni di azioni di varie società usate per arricchimenti illeciti e per turbare il mercato finanziario e immobiliare. Questo schema includeva inoltre operazioni di riciclaggio attraverso società fittizie e frodi fiscali continue ai danni dell’erario.

L’esecuzione dell’ordinanza del GIP ha imposto, per la tutela della genuinità della prova, di procedere contestualmente a molte perquisizioni ed a molteplici sequestri dei corpi di reato e delle cose/ documenti pertinenti ai reati necessari per l’accertamento dei fatti.

Le operazioni investigative sono tuttora in atto, con l’obiettivo di approfondire e verificare implicazioni e responsabilità che potrebbero emergere nel corso dell’indagine.

Fonte Polizia di Stato

SANITA’ – Carenza di farmaci, Fofi: “Il problema riguarda tutta Italia ma il tema è mondiale”

ROMA – Dagli antibiotici a quelli cardiovascolari e respiratoriin Europa la maggior parte dei farmaci continua a scarseggiare. È quanto emerge dal rapporto annuale sulla carenza di medicinali del Pharmaceutical Group of the European Union (Pgeu), che indica come nel 2023 la situazione sia peggiorata rispetto agli anni precedenti.

Solo nei Paesi Bassi, si legge nel documento, lo scorso anno si sono registrate 2.292 carenze che hanno interessato circa 5 milioni di persone. Altri Paesi come Svezia, Portogallo e Spagna hanno registrato un aumento significativo del numero di carenzeE in Italia cosa sta accadendo? L’agenzia Dire lo ha chiesto al presidente della Federazione ordini farmacisti italiani, Andrea Mandelli, che ha acceso i riflettori sui principali farmaci che non si trovano sugli scaffali delle 19mila farmacie d’Italia, pubbliche e private, appartenenti alla Fofi. “Nel nostro Paese c’è una sorta di rotazione. In questo momento– informa- mancano soprattutto gli enzimi pancreatici, a volte le formulazioni pediatriche per via aerosolica e farmaci in generale. Su questa situazione, però, incide molto il mercato italiano, che per determinati farmaci diventa davvero poco gestibile sotto il profilo economico”.

“Nel nostro Paese- prosegue- abbiamo purtroppo moltissimi farmaci che sono sotto i 5 Euro e questo, chiaramente, in una visione strategica di una multinazionale spesso non rende appetibile il mercato italiano. Un fatto, anche questo, che avevamo già evidenziato”.

Andrea Mandelli sottolinea poi come la mancanza di farmaci coinvolga tutto il Paese, da nord a sud. “È un problema generalizzato proprio perché i distributori sono gli stessi. Non c’è una particolare predilezione per un mercato rispetto a un altro, è una piaga che attraversa il Paese, da Livigno fino ad Agrigento“.

“La Federazione- ricorda- già due anni fa aveva lanciato un allarme rispetto a uno scenario che si delineava molto complesso sul tema degli approvvigionamenti. Lo avevamo fatto con una serie di prodotti, soprattutto gli antibiotici pediatrici, la cui carenza è stata in Italia un vero e proprio tallone d’Achille per diverse settimane”.

Il numero uno della Fofi tiene a evidenziare come il problema non riguardi solo l’Italia. “È un tema europeo, mondiale– dichiara Mandelli- che ha tante componenti: le aziende italiane sono sicuramente al primo posto nella trasformazione ma il nostro Paese ha qualche problema nell’approvvigionamento dei principi attivi, che poi servono per fare la trasformazione. Ci sono anche i problemi legati alla guerra per il reperimento della carta, del vetro, delle pellicole di alluminio per chiudere i blister e della plastica per fare gli stessi blister”.

“Ora- continua- l’argomento viene fortemente rilanciato dall’Unione europea, che ha messo a punto questo documento in cui si impegna a portare avanti azioni comuni per contrastare il tema. È chiaro che i farmacisti, e sto parlando di 105mila professionisti, quando hanno lanciato l’allarme, hanno dato la massima disponibilità a fare tutto quello che si può, anche con la preparazione galenica. A tal proposito abbiamo geolocalizzato le farmacie d’Italia che fanno le preparazioni galeniche, in modo che i cittadini le possano trovare con facilità sul nostro sito. E, ovviamente, abbiamo messo a disposizione tutta la nostra rete per cercare di coprire tali carenze”.

“Il problema esiste- precisa Mandelli- ma il ministero della Salute, sensibilizzato dalle nostre segnalazioni e dai nostri allarmi, ha istituito un Tavolo e si riunirà anche oggi. Si cerca dunque di fare il massimo ma, ripeto, già due anni fa denunciammo che il problema sarebbe diventato serio e importante. E se oggi il Pgeu lo rilancia, questo significa oggettivamente che quanto avevamo annunciato come farmacisti non era un allarme fine a sé stesso ma una consapevolezza di un problema che si sarebbe acuito”.

Infine l’invito agli italiani all’uso dei farmaci generici. “Tutto quello che il farmacista può fare e fa tutti i giorni- conclude Mandelli- è suggerire una alternativa che sia l’equivalente o un prodotto simile. Questo consente ai cittadini di trovare soluzioni a problemi che, altrimenti, sarebbero di difficile soluzione”.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Carnevale quanto mi costi, anche 50 euro per un costume da bambino. Ecco come risparmiare tra trucchi e feste

Costumi, trucchi e feste private, spesso con l’animatore: chi ha un bambino sa bene che il periodo del Carnevale può costare molto caro. Ebbene, Federconsumatori ha calcolato che quest’anno si spenderà il 5% in più dello scorso anno

Il Carnevale entra sempre più nel clou una delle feste più amate dai bambini e dalle bambine, in tutta Italia così come a Rimini. Dove i marciapiedi si riempiono di coriandoli colorati, mentre sui banchi di pasticcerie, forni e grande distribuzione iniziano a comparire i dolci tipici di questa festa, in tutte le loro varianti. In questa occasione, Federconsumatori ha monitorato i prezzi dei prodotti alimentari, dei costumi e degli accessori tipici del carnevale, nonché i costi per organizzare una festa a tema con amici e parenti. Mediamente i prezzi aumentano del +5% rispetto al 2023, gli aumenti più elevati si registrano per i trucchi, per l’acquisto dei costumi e per i dolci tipici.

I COSTUMI

Tra le tendenze tipiche del 2024 spiccano i costumi di Barbie e delle serie TV più amate da grandi e piccini. Ma, visti i costi elevati, è sempre più in voga lo scambio di costumi con gli amici o l’acquisto di costumi economici online. Altra opzione molto gettonata, che rappresenta, anche, l’occasione per avere un costume unico e è il costume fai da te. Il prezzo medio di un costume si attesta quest’anno a 54,90 euro per un adulto e 49,90 euro per un bambino (rispettivamente il +6% e il +8% rispetto al 2023). Altra soluzione è il noleggio: in questo caso i costi variano in ragione della qualità e preziosità dei costumi.

TRUCCHI

Non c’è travestimento senza un make-up all’altezza: il prezzo medio di una palette di trucchi con un pennello e cinque colori è di circa 8,00 euro, mentre un kit più completo (otto colori, un pennello e una spugnetta) ha un costo di circa 26,99 euro. L’aumento medio di tali prodotti rispetto al 2023 è stato, rispettivamente, del +23% e del +12%. Per questi prodotti – così come per bombolette, costumi e altri accessori – è importante prestare la massima attenzione alla sicurezza, acquistando solo trucchi certificati: in particolare è opportuno verificare la presenza del marchio CE, che garantisce la conformità alla normativa europea e controllare che sulla confezione sia riportato l’elenco degli ingredienti. È inoltre buona norma evitare l’acquisto di prodotti che presentino un involucro danneggiato, poiché il deterioramento della confezione potrebbe derivare da condizioni di conservazione non ottimali. Riutilizzare i trucchi dello scorso anno potrebbe non essere una buona idea: attenzione alle indicazioni sulla scadenza!

FESTE PRIVATE

Per le famiglie riminesi che si trovano ad organizzare una festa in maschera, oltre alle spese per l’affitto della location, che ammontano a circa 269 euro (+8%), deve mettere in conto i costi dei diritti Siae (176,80 euro) e del buffet (15,90 euro a persona, +6%), a cui si possono aggiungere ulteriori spese nel caso in cui si voglia arricchire l’evento con la presenza di un animatore (168,00 euro) e di un truccatore (100,00 euro).

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – È il Giorno della Marmotta: che cos’è e perché si festeggia

Oggi la marmotta Phil farà le sue ‘previsioni’

ROMA – Quanto manca all’arrivo della primavera? Durerà ancora tanto l’invero? Queste domande troveranno risposta oggi grazie ad un meteorologo d’eccezione: la marmotta Phil. Ogni 2 febbraio negli Usa ricorre il Giorno della Marmotta (Groundhog Day), una tradizione secolare per prevedere, in modo non proprio scientifico, quando l’inverno lascerà il posto alla bella stagione.

COME FUNZIONANO LE PREVISIONI DI PHIL

Ogni 2 febbraio, milioni di cittadini americani osservano con il fiato sospeso il rifugio di Phil. Se la marmotta uscirà dalla sua tana senza vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto. Al contrario, se Phil vedrà la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà nella sua tana, e l’inverno continuerà per altre sei settimane. L’evento è trasmesso in diretta streaming, ma il pronostico vale solo per gli Usa.

DAL FILM ALLA CANDELORA: FATTI E CURIOSITÀ SUL GIORNO DELLA MARMOTTA

Il Giorno della Marmotta divenne celebre nel mondo nel 1993 con il film “Ricomincio da capo” (Groundhog Day), dove Bill Murray resta intrappolato in un circolo temporale in cui è costretto a rivivere in loop il Giorno della Marmotta.

La celebrazione del Giorno della Marmotta deriva da antiche usanze cristiane e romane. Gli europei celebravano il 2 febbraio la Candelorauna festa per la presentazione al Tempio di Gesù 40 giorni dopo la sua nascita. Se il cielo era terso, significava un inverno prolungato: “Per la santa Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora; ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno”.

In Germania nel giorno della Candelora venivano utilizzati animali, come orsi o ricci, per predire l’arrivo della primavera. Gli immigrati tedeschi portarono poi il rito negli gli Stati Uniti, dove la tradizione si è radicata soprattutto in Pennsylvania, coinvolgendo però la marmotta.

Secondo la tradizione Phil è immortale. Fu nominato ‘oracolo ufficiale’ nel 1887 da un gruppo di cacciatori di marmotte di Punxsutawney. Rivali come la marmotta Chuck di Staten Island e il Generale Beauregard Lee, Georgia, hanno cercato di minare la sua fama, ma Phil ha mantenuto il suo significato culturale. Ovviamente Phil è un “falso”. Le marmotte in cattività in genere vivono non più di dieci anni.

Nel 2013 la marmotta Phil sbagliò il suo pronostico, prevedendo l’arrivo imminente della primavera. Al contrario, una tempesta di neve e temperature basse continuarono ad insistere sugli USA fino a marzo inoltrato. Il fatto divenne un caso mediatico quando il pubblico ministero di Butler County, Ohio, Michael Gmoser, dichiarò che la marmotta era colpevole di reato di false dichiarazioni di primavera‘ e avrebbe dovuto pagare per la predizione difettosa con la sua stessa vita. Ovviamente, si trattava di uno scherzo, ma in molti erano così infastiditi dallo sbaglio di Phil che si dissero favorevoli alla mozione…

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – 2 febbraio Giornata mondiale dell’ukulele. Alcune curiosità sullo strumento simbolo delle Hawaii e amato da tante star

ROMA – Parente delle chitarre, l’ukulele condivide con loro la forma e le corde, ma a differenza di queste ultime emette un suono più dolce. Inventato a fine ottocento da immigrati portoghesi trasferiti nelle Hawaii come adattamento hawaiano dello strumento cavaquinho, l’uku – questo il suo soprannome – è sopravvissuto con alterne fortune fino ai nostri giorni.

Amatissimo da tante star della musica, domani viene celebrato in festival nazionali e internazionali, spopola nelle scuole elementari e medie tanto che in molte di queste in Italia sta sostituendo il tradizionale flauto dolce ed è protagonista persino di un corso di studi di livello universitario nel conservatorio di musica di Alessandria.

Una popolarità trasversale che rispecchia in pieno lo strumento che nasce proprio con uno spirito di accessibilità alla musica, intesa come mezzo di gioia e condivisione, capace di colmare le distanze e creare comunità. Nella giornata mondiale dell’ukulele, il team di Monopolele, il più importante festival italiano dedicato all’ukulele, celebra la ricorrenza regalandoci una lista di aneddoti e curiosità sullo strumento più versatile della musica.

IL FESTIVAL – Arrivato alla sua terza edizione, Monopolele – Ukulele Mediterranean Fest, è il festival di ukulele che si tiene ogni anno a Monopoli.

Qui, tra maggio e giugno, artisti internazionali e virtuosi dell’ukulele, il cui talento è ampiamente riconosciuto dalla scena musicale nazionale e internazionale e provenienti da ogni parte del mondo, si esibiscono in coinvolgenti performance dal vivo.

Una tre giorni di concerti gratuiti, jam session e workshop ma anche di street parade che coinvolge tutti, dai musicisti, ai residenti e fino ai turisti. Provare per credere: appuntamento a Monopoli dal 30 maggio al 2 giugno.

UKULELE, CIOÈ “PULCE CHE SALTELLA” – Nonostante l’ukulele sia uno strumento inventato dai portoghesi, il nome sembra essere merito degli hawaiani.

Gli abitanti di Honolulu, infatti, chiamarono “pulce che saltella” (in hawaiano, ukulele) lo strumento a quattro corde che gli immigrati portoghesi suonavano, muovendo tanto rapidamente le dita da ricordare, appunto, pulci saltellanti.

C’è però anche un’altra interpretazione sull’origine del nome: secondo la regina delle Hawaii, Lili’uokalani, la parola ukulele è composta da uku (regalo) e lele (arrivare) e significa “regalo che arriva da lontano”.

LUTTO NAZIONALE – Per la morte di George Formby, attore e musicista inglese, diventato famoso i numerosi film girati durante la Seconda Guerra Mondiale, ben 21, e come intrattenitore per le truppe (ovviamente con un ukulele in mano) furono proclamati tre giorni di lutto nazionale.

TROVA LE DIFFERENZE – A differenza della chitarra, l’ukulele non segue l’ordine “corda sottile uguale nota alta” ed è proprio da questa particolarità che nasce il caratteristico suono prodotto dallo strumento.

SOMEWHERE OVER THE RAINBOW – L’artista hawaiano Israel Ka’ano’i Kamakawiwo’ole, conosciuto come IZ, pubblicò nel 1993 un medley delle canzoni Over the Rainbow e What a Wonderful World con l’ukulele. Una performance che diede nuova vita alle due canzoni e contribuì a far conoscere l’ukulele in tutto il mondo.

FAN FAMOSI: GEORGE HARRISON E NON SOLO – Molte star si sono innamorate presto o tardi dell’ukulele. A cominciare da George Harrison, lo storico membro dei Beatles che, negli ultimi anni di vita, suonava l’uku più delle chitarre, decantandone al mondo intero le virtù sonore e spirituali.

Non solo lui, però: in Italia Rino Gaetano lo portò addirittura sul palco più famoso della musica italiana, quello di Sanremo, con la canzone “Gianna” e il cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder, nel 2011, ha pubblicato l’album Ukulele Songs, interamente suonato con questo piccolo strumento.

E poi anche Taylor Swift che, di tanto in tanto, propone nei suoi live nuove versioni di suoi brani con l’ukulele e gli italianissimi Santi Francesi che, durante un’esibizione a X Factor, hanno “fatto alzare il pubblico in piedi” a suon di ukulele.

ORCHESTRE DI UKULELE – Esistono intere orchestre di ukulele. La più famosa si chiama Ukulele Orchestra of Great Britain, è attiva dal 1985, e tiene concerti riempiendo le sale di tutto il mondo, eseguendo brani di musica pop e rock in versione acustica.

BILLIE EILISH – L’artista californiana in collaborazione con la Fender, storica azienda americana produttrice di strumenti musicali, ha progettato e lanciato sul mercato nel 2020 un nuovo modello di ukulele. La scelta non è un caso: è proprio con l’ukulele, infatti, che Billie Eilish apprese i primi rudimenti musicali e imparò a suonare la sua prima canzone, “I Will” dei Beatles.Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Il 2024 è un anno bisestile: ecco perché si dice porti sfortuna

Per capire perché nel corso dei secoli si è tramandata la sfortuna rispetto agli anni bisestili bisogna tornare ai tempi degli antichi romani

ROMA – ‘Anno bisesto, anno funesto’, recita un antico detto popolare. Il 2024 è un anno bisestile, ossia al posto dei canonici 365 giorni, ce ne sarà uno in più. Nello specifico, febbraio avrà 29 giorni anziché 28. Questo accade ogni 4 anni. Secondo antiche credenze, gli anni bisestili sarebbero anni caratterizzati dalla sfortuna. Ma da cosa deriva questa superstizione?

ANNO BISESTILE, LE ORIGINI DELLA SFORTUNA

Per capire perché nel corso dei secoli si è tramandata la sfortuna rispetto agli anni bisestili bisogna tornare ai tempi degli antichi romani.

La Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi a completare un’orbita intorno al Sole. Il calendario gregoriano, quello che utilizziamo, conta però soltanto 365 giorni. Per evitare la progressiva divergenza delle stagioni, le ore in avanzo vengono riallineate ogni 4 anni con l’anno bisestile. Se non aggiungessimo un giorno ogni 4 anni, nell’arco di un secolo il calendario astronomico e quello umano sarebbero sfasati di 24 giorni.

Questo calcolo risale ai tempi dei Romani. Precisamente, nel 46 a.C. Giulio Cesare, per pareggiare i conti con le ore di ‘avanzo’, seguendo i calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel calendario un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. In latino il 24 febbraio era il ‘sexto die ante Calendas Martias‘, e quel giorno diventò il ‘bis sexto die’, da cui la denominazione ‘bisestile’.

Ogni 21 di febbraio, gli antichi Romani celebravano i Feralia, festività dedicate ai defunti. Quel giorno i cittadini si recavano alle tombe dei propri antenati, portando con sé offerte rituali. Aggiungere un giorno in più a febbraio significava per l’epoca prolungare un mese associato alla morte. Da qui la superstizione che l’anno bisestile sia di cattivo auspicio.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

FROSINONE – Polizia di Stato/Questura controlli straordinari nell’ambito dell’operazione “Alto Impatto” settimo immobile restituito all’ATER nel giro di sette mesi

FROSINONE – Nell’ambito dell’operazione di sicurezza pubblica “Alto Impatto”, sotto la direzione del Questore Dott. Domenico Condello, si è svolta una notevole attività di controllo straordinario nella provincia di Frosinone. L’attività messa in atto il 25 gennaio scorso dalla Polizia di Stato, ha mirato a intensificare le misure di sicurezza, con un focus specifico sulle zone ritenute più suscettibili a rischio criminalità.

L’operazione “Alto Impatto” ha rappresentato un esempio concreto di intervento mirato e strategico, volto a prevenire e contrastare efficacemente potenziali minacce alla sicurezza pubblica. L’azione coordinata ha compreso una serie di controlli straordinari che hanno abbracciato diverse aree e aspetti della vita pubblica.

L’attenzione si è concentrata soprattutto sulle aree identificate come vulnerabili, dove è stata rafforzata la presenza della Polizia di Stato. Questi sforzi hanno avuto lo scopo di fornire un senso di sicurezza maggiore ai cittadini, riducendo il rischio di attività criminali e aumentando la vigilanza in punti strategici.

La forza operativa ha coinvolto non solo il personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, della Squadra Mobile, della Polizia Amministrativa e Sociale, dell’Anticrimine, ma anche le squadre del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, della Polizia Scientifica, specialisti della Polizia Stradale, della Polizia Ferroviaria e dei Cinofili di Nettuno, ognuno dei quali ha operato nell’ambito delle proprie competenze specifiche.

Un focus particolare è stato posto sulla città di Frosinone, dove le attività di polizia hanno mirato alla prevenzione e alla lotta contro i crimini predatori e allo spaccio di droga. Nello specifico, l’attività è stata concentrata su alcuni abitati popolari della città, già noti per fenomeni di illegalità diffusa, spaccio e consumo di sostanze stupefacenti. Nell’ambito di tale attività due persone sono state trovate in possesso di droga. Gli agenti hanno provveduto, in un caso, a segnalare il soggetto al Prefetto quale assuntore, come previsto dalla legislazione sulle droghe e in un altro caso, trovato l’individuo in possesso di 15,53 grammi di sostanza stupefacente tipo cocaina, un bilancino di precisione e diverse mazzette di denaro per un totale di euro 3.350,00, è scattato l’arresto. Gli operatori hanno peraltro rinvenuto, sempre nello stesso immobile, altra sostanza stupefacente tipo marijuana per un totale di 56,46 grammi, nonché diverse chiavi di accensione di veicoli di cui non veniva rivendicata la proprietà.

Questa mattina, 27 gennaio, per il soggetto in parola, c’è stata l’udienza di convalida dell’arresto, per lui il magistrato ha disposto la misura degli arresti domiciliari.

In aggiunta, nell’ambito delle continue operazioni volte a migliorare le condizioni di sicurezza e salubrità degli edifici urbani, la Polizia di Stato ha condotto un’ulteriore operazione che ha portato alla restituzione di un settimo immobile all’Agenzia Territoriale per l’Edilizia Residenziale (ATER). Gli operatori della Polizia, in collaborazione con il personale dell’ATER, hanno effettuato un dettagliato sopralluogo in un edificio che ha rivelato condizioni igienico-sanitarie fortemente compromesse, rappresentando un serio rischio per la salute e la sicurezza dei potenziali occupanti.

Di fronte a questa situazione, gli operatori della Polizia di Stato hanno ufficialmente sollecitato l’ATER, in quanto proprietaria dell’immobile, a riprenderne il pieno controllo e ad avviare senza indugi le necessarie procedure di sanificazione e sicurezza. L’obiettivo è quello di garantire che l’edificio possa essere nuovamente utilizzato in maniera sicura e conforme agli standard igienico-sanitari vigenti.

Questo intervento segna il settimo immobile recuperato e restituito all’ATER nel corso degli ultimi sette mesi, sottolineando l’impegno costante degli operatori della Polizia di Stato nel contrastare il degrado urbano e nell’assicurare ambienti di vita e di lavoro sicuri e salubri per la comunità.

Nel corso dell’operazione, inoltre, sono stati istituiti posti di controllo in vari punti strategici della città e nelle zone circostanti: via per Casamari, via Jacobucci, Piazza Pertini, Piazzale Kambo, via Aldo Moro, via Casilina, via Saragat.  L’intento quello di prevenire e contrastare attività criminali, con un’attenzione particolare anche alle principali vie di comunicazione, frequentemente usate come rotte di fuga a seguito di crimini.

I risultati di questa vasta attività condotta dalla Questura di Frosinone hanno incluso l’identificazione di 243 persone, tra cui 21 extracomunitari e 6 minori. Inoltre, sono stati controllati 160 veicoli, con l’emissione di 14 sanzioni per violazioni al codice della strada.

Questo imponente sforzo della Polizia di Stato rappresenta una testimonianza concreta dell’impegno costante nel garantire la sicurezza dei cittadini, dimostrando prontezza e efficienza nel vigilare e proteggere la comunità.

Fonte Polizia di Stato

SPETTACOLO – Addio a Sandra Milo, morta a 90 anni la musa di Fellini

La nota attrice si è spenta a Roma tra l’affetto dei suoi cari

ROMA – È morta a 90 anni l’attrice Sandra Milo. Nata a Tunisi l’11 marzo del 1933, vero nome Salvatrice Elena Greco, fu musa del regista Federico Fellini e protagonista del cinema italiano negli anni Sessanta. Tra i suoi film più noti ‘Il generale Della Rovere’, ‘Adua e le compagne’, ‘Fantasmi a Roma’, ‘Giulietta degli spiriti’ e ‘8½’. Sandra Milo ebbe quattro mariti e tre figli: Debora, Ciro e Azzurra. Si è spenta a Roma tra l’affetto dei suoi cari.

LA CARRIERA IN TV

Non solo cinema. Sandra Milo (in foto con Bernardo Di Folco fondatore di Arcenews) è stata anche un’apprezzata protagonista della tv fin dagli anni Sessanta. Iniziò con Studio Uno, poi, dopo vent’anni (si dice per intercessione del segretario del Partito socialista Bettino Craxi, cui fu molto vicina), approdò a Mixer e, nella seconda metà degli anni Ottanta, alla conduzione di Piccoli fans. Negli anni più recenti non si è sottratta alle trasmissioni pop: nel 2010 prese parte all’Isola dei Famosi.

Nel 2021 aveva ricevuto il David di Donatello alla carriera.

Nel 2022 e nel 2023 è stata protagonista del docu-reality ‘Quelle brave ragazze’, prima insieme a Mara Maionchi e Orietta Berti, poi con Marisa Laurito in sostituzione di Orietta Berti. La sua ultima fatica è stata la serie comedy di Prime Video ‘Gigolò per caso’, al fianco di Christian De sica e Pietro Sermonti.

LO SCHERZO SUL FIGLIO CIRO

Sandra Milo fu, sui malgrado, protagonista di uno scherzo di pessimo gusto che diventò un tormentone. Nella stagione 1989-1990, Sandra Milo conduceva su Rai 2 la trasmissione ‘L’amore è una cosa meravigliosa’. Durante la puntata dell’8 gennaio 1990 una telefonata in diretta l’avvertì che suo figlio Ciro aveva avuto un grave incidente. ‘Sandrocchia’, come l’aveva soprannominata Fellini, scappò via dallo studio disperata. Si trattava di uno scherzo, ma la sua reazione divenne popolarissima anche grazie a trasmissioni che la rilanciarono (‘Target’, ‘Blob’, ‘Striscia la notizia’), tanto che nacque anche la trasmissione ‘Ciro, il figlio di target’.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it