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COSTUME & SOCIETA’ – Anno bisestile, ecco perché febbraio ha un giorno in più

In realtà, la regola dei quattro anni non è propriamente esatta per individuare l’anno bisestile

ROMA – Il 2024 è un anno bisestile, ossia al posto dei canonici 365 giorni, ce ne sarà uno in più. Nello specifico, febbraio ha 29 giorni anziché 28. Nella conoscenza popolare, questo accade ogni 4 anni. Ma, in realtà, non è proprio così.

COS’È L’ANNO BISESTILE

La Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi a completare un’orbita intorno al Sole. Il calendario gregoriano, quello che utilizziamo, conta però soltanto 365 giorni. Per evitare la progressiva divergenza delle stagioni, le ore in avanzo vengono riallineate ogni 4 anni con l’anno bisestile. Se non aggiungessimo un giorno ogni 4 anni, nell’arco di un secolo il calendario astronomico e quello umano sarebbero sfasati di 24 giorni.

Questo calcolo risale ai tempi dei Romani. Precisamente, nel 46 a.C. Giulio Cesare, per pareggiare i conti con le ore di ‘avanzo’, seguendo i calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel calendario giuliano un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. In latino il 24 febbraio era il ‘sexto die ante Calendas Martias‘, e quel giorno diventò il ‘bis sexto die’, da cui la denominazione ‘bisestile’.

QUALI SONO GLI ANNI BISESTILI?

In realtà, la regola dei quattro anni non è propriamente esatta per individuare l’anno bisestile. Con il calendario gregoriano, che sostituì quello giuliano alla fine del sedicesimo secolo, furono introdotte delle definizioni più dettagliate. È considerato bisestile un anno non secolare (ossia non deve finire con 00, come 2016, 2020, 2024, etc…) divisibile per 4. È bisestile anche un anno secolare se divisibile per 400. Ad esempio, il 1900 NON è stato un anno bisestile perché è un anno secolare NON divisibile per 400. Invece, il 2000 è stato un anno bisestile ‘speciale’ perché anche se secolare è divisibile per 400. Il 2100, invece, NON sarà bisestile perché è un anno secolare NON divisibile per 400.

PERCHÉ IL SIMBOLO DELL’ANNO BISESTILE È UNA RANA?

Aprendo Google, in molti avranno notato che il doodle di oggi dedicato all’anno bisestile ha come protagonista una rana. La rana nei paesi anglosassoni è proprio il simbolo degli anni bisestili. In inglese, infatti, è uso comune riferirsi al 29 febbraio come ‘leap day’, dove ‘leap’ significa ‘salto’. Da qui la connessione tra rana e anno bisestile.

IL COMPLEANNO DEI NATI IL 29 FEBBRAIO

Quando festeggiano il compleanno i nati il 29 febbraio? Non c’è una regola precisa. Quando non c’è l’anno bisestile, c’è chi sceglie di anticipare il compleanno al 28 febbraio, o chi preferisce aspettare il 1° marzo. In Italia, a causa della data particolare, i nati il 29 febbraio hanno una carta d’identità che dura 14 anni al posto dei 10 canonici.

 Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Il 2024 è un anno bisestile: ecco perché si dice porti sfortuna

Per capire perché nel corso dei secoli si è tramandata la sfortuna rispetto agli anni bisestili bisogna tornare ai tempi degli antichi romani

ROMA – ‘Anno bisesto, anno funesto’, recita un antico detto popolare. Il 2024 è un anno bisestile, ossia al posto dei canonici 365 giorni, ce ne sarà uno in più. Nello specifico, febbraio avrà 29 giorni anziché 28. Questo accade ogni 4 anni. Secondo antiche credenze, gli anni bisestili sarebbero anni caratterizzati dalla sfortuna. Ma da cosa deriva questa superstizione?

ANNO BISESTILE, LE ORIGINI DELLA SFORTUNA

Per capire perché nel corso dei secoli si è tramandata la sfortuna rispetto agli anni bisestili bisogna tornare ai tempi degli antichi romani.

La Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi a completare un’orbita intorno al Sole. Il calendario gregoriano, quello che utilizziamo, conta però soltanto 365 giorni. Per evitare la progressiva divergenza delle stagioni, le ore in avanzo vengono riallineate ogni 4 anni con l’anno bisestile. Se non aggiungessimo un giorno ogni 4 anni, nell’arco di un secolo il calendario astronomico e quello umano sarebbero sfasati di 24 giorni.

Questo calcolo risale ai tempi dei Romani. Precisamente, nel 46 a.C. Giulio Cesare, per pareggiare i conti con le ore di ‘avanzo’, seguendo i calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel calendario un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. In latino il 24 febbraio era il ‘sexto die ante Calendas Martias‘, e quel giorno diventò il ‘bis sexto die’, da cui la denominazione ‘bisestile’.

Ogni 21 di febbraio, gli antichi Romani celebravano i Feralia, festività dedicate ai defunti. Quel giorno i cittadini si recavano alle tombe dei propri antenati, portando con sé offerte rituali. Aggiungere un giorno in più a febbraio significava per l’epoca prolungare un mese associato alla morte. Da qui la superstizione che l’anno bisestile sia di cattivo auspicio.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it