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SPORT – Udinese-Milan, insulti razzisti a Maignan: “Non sono una vittima, ma se tacete siete tutti complici”

“È una lotta dura, ci vorrà tempo e coraggio. Ma è una lotta che vinceremo”, dice il portiere del Milan

ROMA – “Non è stato il giocatore ad essere stato aggredito. È l’uomo. È il padre della famiglia. Questa non è la prima volta che mi succede. E non sono il primo a cui è successo. Abbiamo fatto annunci, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla. Non sono una vittima, ma oggi è un intero sistema che deve assumersi la responsabilità “. È un post di rabbia e delusione quello che il portiere del Milan Mike Maignan, dopo gli insulti razzisti in campo durante la partita di serie A Udinese-Milan, affida ai social.

L’estremo difensore rossonero ha detto, in un’intervista a Milan Tv: “Quando sono andato a prendere la palla ho sentito dei versi di scimmia, ma la prima volta non ho detto niente. La seconda volta che è successo sono andato a dirlo (al quarto uomo, ndr). È una cosa che non deve succedere nel mondo del calcio. I fischi li accettiamo, siamo fuori casa, ci sta, ma il razzismo no“. Il giocatore dopo gli insulti, per protesta, ha lasciato il campo per qualche minuto seguito da altri giocatori e dai tecnici del Milan. La partita è ripresa dopo qualche minuto.

Su Instagram si legge ancora: “Oggi è un intero sistema che deve assumersi la responsabilità: gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo, nell’anonimato di una tribuna. Gli spettatori che erano sugli spalti, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma hanno scelto di tacere, siete compliciL’Udinese, che parlava solo di interruzione della partita, come se niente fosse, complice tu– dice Maigna- Le autorità e il procuratore, con tutto quello che sta succedendo, se non fai nulla, SARAI COMPLICE ANCHE TU”. E prosegue: “Non sono una VITTIMA. E voglio dire grazie alla mia società AC Milan, ai miei compagni, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese e a tutti quelli che mi hanno inviato messaggi, chiamato, supportato in privato e pubblico. Non riesco a rispondere a tutti ma vi vedo e siamo INSIEME. È una lotta dura, ci vorrà tempo e coraggio. Ma è una lotta che vinceremo“.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CRONACA – Arrestato dalla Polizia di Stato di Frosinone per maltrattamenti in famiglia e per resistenza, minaccia e lesioni a pubblico ufficiale

FROSINONE – Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato di Frosinone ha effettuato un intervento che ha portato all’arresto di un cittadino straniero per resistenza, minaccia e lesioni a pubblico ufficiale, nonché per maltrattamenti in famiglia.

Gli agenti della Squadra Volante della Questura si sono recati in un’abitazione del capoluogo, a seguito della richiesta di aiuto che era pervenuta alla locale Sala Operativa da parte di una donna, la quale, in evidente stato di sofferenza e agitazione, dichiarava di aver subito una violenta aggressione fisica da parte del marito, in presenza delle loro tre figlie minorenni.

L’uomo, un disoccupato di 42 anni, si trovava ancora all’interno dell’appartamento, e all’arrivo degli operatori iniziava ad inveire contro di loro, invitandoli ad andare via, dimostrando subito una certa insofferenza e aggressività nei loro riguardi. Improvvisamente e senza alcun motivo si è scagliato contro di loro, aggredendoli con calci e pugni e minacciandoli di morte.

Alla luce di quanto avvenuto, l’aggressore è stato tratto in arresto e condotto presso i locali della Questura per le procedure di rito.

Per la vittima si è reso necessario l’intervento di un’ambulanza e il trasporto in Ospedale, a causa delle ferite riportate a seguito dell’aggressione fisica. Sottoposta alle necessarie cure le veniva diagnosticato un trauma cranico. Anche gli agenti intervenuti hanno ricevuto le cure mediche per le lesioni riportate.

Nelle ore successive, la donna ha formalizzato la denuncia presso la Questura, nella quale ha riferito che negli ultimi quattro anni la relazione coniugale si era deteriorata e che da qualche giorno col marito avevano raggiunto un accordo per una separazione consensuale ma che, proprio per questo motivo, negli ultimi tempi l’uomo si era dimostrato nei suoi confronti sempre più aggressivo e violento, fino all’episodio che ha portato al suo arresto.

Dopo la convalida dell’arresto, che si è tenuta nel primo pomeriggio, per il quarantaduenne è stata disposta dal giudice la custodia cautelare in carcere.

La Questura di Frosinone riafferma il proprio impegno nel contrasto alla violenza di genere e si pone quotidianamente al fianco delle vittime, garantendo loro la massima assistenza e il supporto necessario.

Fonte Polizia di Stato

DELITTO MOLLICONE – Arce, riaperto il processo per l’omicidio di Serena Mollicone

Per ora è stato deciso di ammettere i consulenti tecnici, poi si valuteranno possibili testimoni ‘laici’

ROMA – Processo per la morte di Serena Mollicone, riapre l’istruttoria dibattimentale. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’assise d’appello di Roma, dopo circa un’ora di camera di consiglio. Riapre quindi il processo per la morte di Serena Mollicone, la 18enne di Arce, provincia di Frosinone, scomparsa l’1 giugno del 2001 e ritrovata senza vita due giorni dopo in un bosco a pochi chilometri di distanza da casa. Per la sua morte sono indagati l’ex maresciallo dei Carabinieri della Caserma di Arce Franco Mottola che, secondo l’accusa, non ha svolto il compito di garanzia in quanto comandante, avrebbe aiutato il figlio Marco e non avrebbe evitato il delitto; il figlio Marco, che avrebbe colpito Serena, facendola sbattere contro la porta incriminata; la moglie di Mottola, Anna Maria; il maresciallo Vincenzo Quatralel’appuntato scelto Francesco Suprano. Il 15 luglio del 2022 il Tribunale di Cassino ha assolto tutti, azzerando 16 mesi e 50 sentenze che evidentemente non sono bastate a svelare il mistero di 22 anni fa.

Per ora è stato deciso di ammettere i consulenti tecnici, poi si valuteranno possibili testimoni ‘laici’. Le difesa dei Mottola avevano definito le richieste inaccettabili, inammissibili e intempestive. Il Pg aveva invece richiesto l’ammissione di 44 testimoni e di una perizia robotica sulla botta che ha provocato il buco sulla porta, all’interno di uno degli appartamenti della caserma di Arce, dove Serena sarebbe stata colpita prima di essere abbandonata sul luogo del ritrovamento. Già decisa la data per la prossima udienza, ovvero il 20 novembre. Per le altre, possibili il 7, il 14 e il 21 dicembre.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

DELITTO MOLLICONE – Serena Mollicone, oggi inizia il processo d’appello. La figlia di Santino Tuzi: “Questa volta ci aspettiamo giustizia”

ROMA – Non è finita finché non è finita. Parafrasando un detto in voga negli Stati Uniti, la vicenda legata alla morte di Serena Mollicone non ha ancora trovato una conclusione dopo oltre 20 anni.
Serena era una studentessa 18enne di Arce, in provincia di Frosinone, scomparsa l’1 giugno del 2001 e ritrovata a pochi chilometri, senza vita, due giorni dopo nel bosco di Fonte Cupa, oggi ‘Fonte Serena’.

GLI INDAGATI PER LA MORTE DI SERENA MOLLICONE
Per la sua morte sono indagati l’ex maresciallo dei Carabinieri della Caserma di Arce Franco Mottola che, secondo l’accusa, non ha svolto il compito di garanzia in quanto comandante, avrebbe aiutato il figlio Marco e non avrebbe evitato il delitto; il figlio Marco, che avrebbe colpito Serena, facendola sbattere contro una porta; la moglie di Mottola, Anna Maria; il maresciallo Vincenzo Quatrale; l’appuntato scelto Francesco Suprano.

LE ASSOLUZIONI E IL PROCESSO D’APPELLO
Il 15 luglio del 2022 il Tribunale di Cassino ha assolto tutti, azzerando 16 mesi e 50 sentenze che evidentemente non sono bastate a svelare il mistero di 22 anni fa. Ora questo nuovo capitolo, che porta le parti di fronte alla prima sezione penale della Corte d’Assise d’Appello di Roma. E non mancherà neanche Maria, la figlia di Santino Tuzi, il brigadiere morto suicida 7 anni dopo la scomparsa di Serena: era l’11 aprile 2008, il suo corpo fu ritrovato senza vita nella sua auto parcheggiata in un luogo isolato nei pressi di Arce, con accanto la sua pistola d’ordinanza. La morte di Tuzi, da subito, suscitò dubbi: pochi giorni prima aveva parlato con gli inquirenti, confermando la presenza di Serena in Caserma.

LA FIGLIA DI SANTINO TUZI: “CI ASPETTIAMO GIUSTIZIA”
“Questa volta ci aspettiamo giustizia”, ha detto una combattiva Maria Tuzi all’agenzia Dire. Dopo la morte di Guglielmo Mollicone, venuto a mancare il 21 maggio 2020, proprio la figlia di Tuzi ne ha preso il posto, portando avanti questa battaglia per la verità: “Domani ci sarà la prima udienza per il processo d’Appello- ha detto ancora all’agenzia Dire- Noi siamo pronti, ci aspettiamo questa volta giustizia e quindi andiamo a Roma con ottimismo“.

Maria Tuzi

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

CRONACA – Sora: controlli straordinari del territorio disposti dal Questore di Frosinone

FROSINONE – La scorsa settimana, il personale della Polizia di Stato di Frosinone, in esecuzione di una operazione di controllo straordinario del territorio disposta dal Signor Questore di Frosinone nell’ambito del piano “Alto impatto”, ha effettuato una serie di verifiche nella città di Sora.

Gli operatori impegnati nei controlli connessi all’attività di Polizia giudiziaria hanno effettuato una perquisizione domiciliare in una zona semi periferica che ha portato all’arresto di 2 soggetti, un trentenne con numerosi precedenti di Polizia ed una trentaquattrenne, entrambi sorani, trovati in possesso di sostanza stupefacente del tipo eroina e pertanto posti agli arresti domiciliari su disposizione del P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Cassino. Un ulteriore quantitativo di stupefacente, quasi 100 grammi di hashish, è stato sequestrato a carico di ignoti poichè rinvenuto nello stesso stabile oggetto di controlli.

Importanti sono stati anche le verifiche di Polizia Amministrativa poste in essere dagli operatori specializzati, sono stati controllati 6 bar, 1 centro scommesse ed 1 minimarket, con l’elevazione di 5 contravvenzioni di varia natura.

Nel centro cittadino è stata oggetto di verifiche una vettura al cui interno è stato trovato un importante quantitativo di latticini, trasportato in spregio alla normativa relativa agli alimenti, pertanto è intervenuto il personale del Servizio Alimentare dell’A.S.L. che ha provveduto a sequestrare i predetti latticini ed a verbalizzare il contravventore. Questo ultimo, un ventinovenne originario della Campania, ha poi posto in essere una condotta impropria volta ad impedire l’esecuzione dell’attività di polizia che ne ha comportato il deferimento all’Autorità Giudiziaria per i reati di oltraggio, minaccia, resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni.

Uno straniero, un trentacinquenne di origine nigeriana, trovato presso il centro scommesse, è risultato irregolare sul territorio Nazionale e pertanto nella giornata odierna è stato colpito da Ordine di espulsione.

Nel corso dell’operazione, che ha visto coinvolto il personale del locale Commissariato di P.S., della Squadra mobile, della Divisione Polizia Amministrativa, della Polizia Stradale e del Reparto Prevenzione Crimine del Lazio, con l’ausilio di 2 unità cinofile provenienti da Nettuno, sono state identificate 163 persone, sono stati oggetto di verifiche 79 veicoli e sono state elevate 3 contravvenzioni al Codice della strada.

Fonte: Polizia di Stato

CRONACA – Ancora due autovetture rubate, intercettate e recuperate dalla Polizia di Stato

CASSINO – Nella giornata di ieri gli agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Cassino, mentre percorrevano l’autostrada del Sole al chilometro 681, notavano dallo specchietto retrovisore una FIAT 500 che rallentava bruscamente la marcia accodandosi dietro la pattuglia.

Tale manovra non passava inosservata ai poliziotti che decidevano di intimare l’alt al veicolo.

Alla guida della Fiat 500 vi era un uomo il quale immediatamente, confessava di aver rubato l’auto nel centro abitato di Pescara.

Oltre alla denuncia all’Autorità Giudiziaria per ricettazione, al conducente veniva contestata una sanzione amministrativa di oltre 5.000 euro poiché guidava sprovvisto di patente, perché mai conseguita.

Sempre nella stessa giornata i centauri della Sottosezione di Cassino, procedevano al controllo di una Fiat Panda che presentava la forzatura della serratura della portiera lato conducente e del blocchetto di accensione.

Dagli accertamenti effettuati il veicolo risultava essere stato rubato nella stessa mattinata a Ceprano, mentre il fermato risultava avere l’obbligo di presentazione ai Carabinieri della provincia di Salerno tre giorni alla settimana ed avere il divieto di ritorno nel comune di Frosinone.

Anch’esso come nel precedente caso, veniva denunciato all’Autorità Giudiziaria per ricettazione.

Fonte: Polizia di Stato – Frosinone

CRONACA – La Polizia di Stato nello scorso fine settimana in due distinte operazioni a distanza di circa due ore l’una dall’altra, ha assicurato alla giustizia quattro persone responsabili di truffa agli anziani

CASSINO – Gli agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Cassino, nel tratto autostradale di loro competenza procedevano, alle ore 14.20 di venerdì scorso, al controllo di una Fiat 500 con due persone a bordo, mentre alle ore 15,50 intimavano l’alt ad una Renault Capture anch’essa con due persone a bordo.

Poiché i quattro fermati annoverano tutti precedenti di polizia, in particolar modo per i reati contro il patrimonio e truffa agli anziani, e specialmente gli occupanti della Fiat 500 davano una versione discordante circa il loro viaggio, gli agenti procedevano alla perquisizione personale e veicolare.

Quest’ultima dava esito positivo in entrambi i casi.

Nel cofano motore della Renault Capture veniva rinvenuta una busta con monili in oro e la somma di euro 11.830, mentre nell’alloggiamento della cintura di sicurezza lato passeggero della Fiat 500 vi era nascosta una somma di euro 3000.

I successivi accertamenti permettevano agli agenti della Polstrada di Cassino, grazie all’ l’ausilio dei Carabinieri di Fermo per gli occupanti della Fiat 500 e della Squadra Mobile e dei Carabinieri di Ascoli Piceno per i fermati a bordo della Renault Capture, di risalire alle vittime oggetto di truffa agli anziani.

La scusa sempre la stessa, dopo aver ricevuto una telefonata da una persona, che gli riferiva che un loro familiare aveva bisogno di denaro per evitare un problema giudiziario, poco dopo presso l’abitazione delle vittime si presentava una persona che spacciandosi come dipendente delle poste si faceva consegnare denaro e preziosi per risolvere la bega legale del parente.

I quattro sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa di determinazioni dell’A.G. competente.

Fonte Polizia di Stato