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COSTUME & SOCIETA’ – Il 31 marzo torna l’ora legale: ecco come funziona

Lancette in avanti di un’ora, permetterà di guadagnare luce solare e di diminuire il consumo di energia elettrica

ROMA – Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo (per l’esattezza alle ore 2) bisognerà spostare le lancette dell’orologio in avanti di un’ora: torna infatti l’ora legale che ci accompagnerà fino all’ultimo week end di ottobre. Questa semplice operazione, che avviene solitamente in maniera automatica sui dispositivi elettronici, permetterà di guadagnare un’ora in più di luce solare e di diminuire il consumo di energia elettrica. Quest’anno l’avvio dell’ora legale la domenica di Pasqua. Sarà bene ricordarlo per non arrivare tardi al pranzo.

Da anni si discute di abolire il cambio dell’ora, ma nella pratica si è arrivati a un nulla di fatto. La Commissione europea ha avanzato la proposta di abolirlo addirittura già nel 2018, ma da allora nessun avanzamento.

Mantenere l’ora legale tutto l’anno, infatti, determinerebbe un doppio beneficio: da una parte eviterebbe il cambio d’ora due volte l’anno, che studi scientifici correlano a problemi di salute, per quanto modesti; parallelamente permetterebbe di risparmiare sui consumi energetici, con ricadute benefiche su tutto l’ambiente.

ORA LEGALE E DISTURBI PER L’ORGANISMO

‘Perdere un’ora di sonno’ può generare effetti indesiderati sul nostro organismo, come stanchezza, sonnolenza, irritabilità, affaticamento, scarsa concentrazione, bassa produttività. Tra le buone abitudini da adottare per affrontare al meglio questo giorno di transizione ci sono: evitare di assumere sostanze potenzialmente eccitanti e cercare di non impegnarsi in attività particolarmente impegnative a livello mentale prima di coricarsi. Così come limitare l’uso di smartphone o tablet prima di andare a dormire e durante la notte, poiché le luci emesse da questi dispositivi possono inibire la produzione di melatonina e disturbare il sonno.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Festa di san Patrizio, ecco perché si festeggia il 17 marzo

Ogni anno i più importanti monumenti e simboli mondiali, dal Colosseo al Cristo Redentore, si accendono di verde per il ‘Global Greening’

ROMA – Sebbene sia il patrono d’Irlanda, ogni 17 marzo parate e baldoria in nome di san Patrizio contagiano tutto il mondo. La popolarità del ‘Saint Patrick’s Day’ è globale, e si diffonde ben oltre l’Isola di Smeraldo. Ogni anno, infatti, anche i più importanti monumenti e simboli mondiali, dal Colosseo al Cristo Redentore, si accendono di verde per il ‘Global Greening‘.

IL 17 MARZO È LA FESTA DI SAN PATRIZIO

San Patrizio non era irlandese, ma probabilmente scozzese o gallese. Fu catturato dai pirati irlandesi quando aveva 16 anni e costretto a 6 anni di lavori forzati. Riuscì a fuggire per poi ritornare come missionario cristiano.

Secondo la leggenda, san Patrizio riuscì a eliminare i serpenti dall’Irlanda, gettandoli in mare. Tuttavia, secondo i resoconti storici, l’isola era priva di questi rettili già da due secoli prima. Si pensa che i serpenti fossero in realtà una metafora per i sacerdoti pagani e i druidi: li fece bandire costringendoli a convertirsi al cristianesimo. Secondo la tradizione, san Patrizio è morto il 17 marzo del 461, da qui la scelta della data.

IL TRIFOGLIO, IL VERDE E IL LEPRECHAUN

Secondo la tradizione, san Patrizio usò il trifoglio (shamrock) come metafora per spiegare agli irlandesi pre-cristiani la Santa Trinità (tre foglie sullo stesso stelo). Il verde invece, non è stato da subito il colore della Festa. Inizialmente era stato scelto il blu, il colore delle vesti del Santo. Il verde fu utilizzato in seguito per rappresentare la stagione della primavera e del trifoglio.

Una delle usanze della Festa di san Patrizio è quella di cercare la pentola d’oro. Si dice che i Leprechaun (in italiano leprecauni), tipici folletti della tradizione irlandese, siano estremamente ricchi e che siano soliti occultare tesori in località nascoste, rivelate solo a coloro che riescono a catturarli e a interrogarli con domande specifiche per trovare la pentola d’oro.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Pi Greco Day, ecco perché si festeggia il 14 marzo

Oggi è il giorno dedicato alla costante matematica più famosa del mondo

ROMA – Il suo utilizzo in numero formule matematica lo ha reso la costante più conosciuta del mondo. Il 14 marzo si festeggia il Pi Day, la Giornata internazionale dedicata al Pi greco. Conosciuto anche come ‘costante di Archimede’ o numero di Ludolph, il Pi greco è indicato con la lettera dell’alfabeto greco ‘π‘ e, sebbene generalmente espresso con il numero ‘3,14’, il suo valore in realtà può continuare all’infinito.

PI GRECO DAY, ECCO PERCHÉ SI FESTEGGIA IL 14 MARZO

La giornata dedicata al Pi greco è stata ideata dal fisico americano Larry Shaw, che nel 1988 organizzò un evento nel San Francisco Exploratorium. La scelta del 14 marzo non è casuale. Nel calendario anglosassone le date si indicano con il mese che precede il giorno (al contrario di quanto accade da noi). Dunque il 14.3 diventa 3.14, proprio le prime 3 cifre del Pi greco. Inoltre, per l’occasione, questo stesso giorno è dedicato all’International Day of Mathematics, la giornata mondiale della matematica. Curiosamente, il 14 marzo è anche il giorno del compleanno del famoso fisico Albert Einstein.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Le origini della Festa della donna: ecco perché si celebra l’8 marzo

In Italia la Festa della donna venne celebrata per la prima volta il 12 marzo del 1922

ROMA – Ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze che avvengono ancora ogni giorno. L’8 marzo in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della donna. Più che una festa, un’occasione per sensibilizzare su tematiche sociali quali l’uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, la violenza e gli abusi contro le donne.

LE ORIGINI DELLA FESTA DELLA DONNAPERCHÉ SI CELEBRA L’8 MARZO

È conoscenza comune che l’origine della Festa della donna sia da ricercare nella storia delle 134 operaie che persero la vita nel rogo della ‘Cotton’, una fabbrica di camicie di New York, in cui erano state rinchiuse dal titolare perché non partecipassero allo sciopero dell’8 marzo del 1908. In realtà, non esiste alcuna prova a sostegno di questo tragico avvenimento: in nessun archivio storico, infatti, ne viene riportata notizia. Un reale incendio, invece, avvenne a New York il 25 marzo del 1911 nella fabbrica Triangle. Causò la morte di 146 persone, di cui 123 donne.

L’origine dell’8 marzo come giorno dedicato alla donna non è ben chiara. L’ipotesi più accreditata riguarda un episodio accaduto in Russia, a San Pietroburgo (all’epoca Pietrogrado). L’8 marzo del 1917 migliaia di donne si riversarono nelle strade della città per chiedere la fine della Prima guerra mondiale. L’evento ebbe una grande risonanza e, complice la risposta fiacca di repressione militare, ebbero origine ulteriori manifestazioni una dopo l’altra, che portarono al crollo dello zarismo. Per questo l’8 marzo venne scelto nella Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenutasi a Mosca il 14 giugno del 1921, come ‘Giornata internazionale dell’operaia’.

Nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite invitò gli Stati membri a proclamare un giorno dell’anno come ‘Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale’. L’8 marzo fu scelto dalla maggior parte degli Stati membri e da allora è divento il giorno simbolo delle donne in gran parte del mondo.

PERCHÉ SI REGALA LA MIMOSA?

In Italia la Festa della donna fu celebrata per la prima volta il 12 marzo del 1922, grazie all’iniziativa del Partito comunista italiano. Tuttavia, è solo nel settembre del 1944 che l’Udi, l’Unione delle donne in Italia, decise di celebrare la prima giornata della donna nelle zone liberate del Paese.

Così, l’8 marzo del 1946, a guerra terminata, finalmente si poté celebrare la festa in tutta Italia. Per l’occasione, le organizzatrici Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei cercavano un fiore che potesse simboleggiare la giornata, un fiore di stagione e che costasse poco. La scelta ricadde sulla mimosa.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

SOCIETA’ – 8 marzo, i pediatri: “Educare i bambini fin da piccoli al rispetto degli altri”

In occasione dell’imminente Giornata della Donna la Sipps ricorda l’importanza di una corretta educazione dei bambini al rispetto degli altri

ROMA – ‘Una donna non si tocca nemmeno con un fiore’. Una frase che andrebbe insegnata a tutti fin da piccoli, a scuola e in famiglia. Una frase da ricordare soprattutto in questi giorni, a poche ore dalla Giornata della Donna.

Per celebrare questa importante ricorrenza la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale sottolinea l’importanza di una corretta educazione dei bambini al rispetto e alla non violenza fin dalla più tenera età.

‘L’educazione deve cominciare fin dai primissimi anni di vita ma non può essere una educazione finalizzata al genere- spiega all’agenzia Dire Maria Carmen Verga, pediatra di libera scelta della Asl Salerno – Vietri sul Mare e segretario nazionale della SIPPS- perché la percezione della differenza di genere nei bambini non c’è, matura man mano con il passare degli anni, e perché sull’educazione influiscono molteplici fattori.

L’educazione deve, dunque, essere comprensiva del rispetto della persona in generale e deve rendere il bambino capace di instaurare con tutti relazioni sane, prive di pregiudizi e di prevaricazioni’.

‘Sugli interventi da adottare- prosegue- abbiamo da tempo prove di efficacia, che rientrano in quella che viene definita ‘educazione sessuale completa’. È il tipo di educazione su cui l’Unesco ha stilato vere e proprie Linee guida: prima ancora della sessualità, si deve imparare il rispetto alla propria dignità, a sviluppare relazioni sociali corrette, a capire quali siano le scelte che influenzano il proprio benessere per comprendere poi i diritti propri e quelli altrui e per tutelarli per tutta la vita’.

Maria Carmen Verga sottolinea che ‘gli interventi educativi finalizzati alla prevenzione della violenza e della disuguaglianza di genere sono in realtà diversi ed a più livelli. Ne cito due, per esempio: è importante che i genitori abbiano una relazione affettiva e di confidenza sicura con i propri figli e il livello di istruzione dei bambini e adolescenti.

‘Alzare il livello culturale, o anche semplicemente di istruzione delle bambine e dei bambini- informa la pediatra- è infatti, documentatamente, un fattore protettivo anche rispetto a comportamenti insani nell’ambito di un rapporto di coppia e tra maschi e femmine’.

Bisogna poi considerare il contesto ambientale, perché l’educazione non si esaurisce nel rapporto genitori-figli. ‘Per contesto ambientale- evidenzia Maria Carmen Verga- intendiamo non soltanto il contesto delle relazioni degli amici, dei parenti e dell’ambiente in cui la persona vive, ma anche i social.

Non dimentichiamo, infatti, che i social sono un fattore che influenza la psiche dei nostri ragazzi in modo molto potente e su cui i genitori devono avere maggiore consapevolezza e maggiore controllo. Bisognerebbe inoltre chiedere alla politica di regolamentare in maniera efficace anche l’accesso dei minori al mondo dei social’.

L’impegno dei pediatri della SIPPS si riflette anche su come le bambine e i bambini debbano essere educati ad affrontare le contrarietà e i problemi quotidiani. ‘Abbiamo spesso a che fare con bambini che poi diventano adolescenti molto fragili- dichiara Verga- e che non sono capaci di tollerare un rifiuto, una contrarietà: mi riferisco al semplice giocattolo del bimbo o al capriccio di stare davanti alla televisione fino a problemi più seri, come il rifiuto della fine di una relazione affettiva. Riuscire a rendere questi ragazzi più forti rispetto alle contrarietà della vita è una cosa che poi può avere ricadute positive anche in una relazione tra uomini e donne’.

È chiaro che tutto questo produrrà effetti solo nel medio-lungo periodo. ‘Nell’immediato- precisa il segretario nazionale della SIPPS- purtroppo quello che stiamo dicendo non può essere la soluzione sicura per evitare i numerosi femminicidi che abbiamo sotto gli occhi nella cronaca di tutti i giorni e che sono commessi da adulti. La soluzione immediata è affidata alle Istituzioni.

Possiamo però far conoscere diffusamente a tutte le donne, ma anche a bambine e adolescenti, quali sono i campanelli di allarme a cui si deve prestare attenzione, quali sono le situazioni a rischio da evitare, le precauzioni da adottare e tutti gli strumenti, anche giuridici, attualmente disponibili, per avere protezione e difendersi.

In più, magari, se facciamo circolare dei messaggi positivi sull’educazione, sulla corretta relazione uomo-donna, anche per spirito di emulazione si può creare un sentimento diffuso più positivo che potrebbe bloccare qualcosa di negativo che sta per nascere’.

Madri e padri, dunque, rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’educazione dei propri figli, proprio sul tema del rispetto. ‘Fin dall’infanzia- afferma Iride Dello Iacono, pediatra allergologo e consulente della SIPPS sui temi della genitorialità- si possono creare occasioni di confronto per educare alla non violenza. Il lavoro di sensibilizzazione e prevenzione costituisce uno dei punti cruciali per contrastare la violenza maschile sulle donne.

Uno degli aspetti fondamentali per educare alla non violenza è quello di sviluppare la capacità di costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, rispetto e inclusività. I bambini che crescono in contesti familiari in cui la madre subisce maltrattamenti da parte del marito o del compagno possono sviluppare modelli simili nei confronti dell’altro sesso, mentre le bambine potrebbero considerare una normalità il subire maltrattamenti da parte del partner’.

Occorre, dunque, una adeguata educazione sentimentale per superare le emozioni negative, come ad esempio la rabbia, la paura, la vergogna o il dispiacere per un rifiuto. ‘È compito dei genitori- continua- insegnare a riconoscere queste emozioni negative e a superarle in modo positivo. Bisogna poi stabilire dei limiti ma senza mai imporli con autorità, impulsività o toni di voce alterati: il confronto, con opportune delucidazioni sul perché, costituisce un metodo educativo persuasivo, rispettoso e non violento.

Un’altra raccomandazione particolarmente significativa al giorno d’oggi è la limitazione ai dispositivi digitali, soprattutto se utilizzati per tranquillizzare un bambino in preda a una forte emozione. Da un lato bisogna tenere conto che molto spesso il contenuto dei cartoni che oggi vengono trasmessi non è solo violento ma le immagini, essendo particolarmente veloci e cariche di colori, risultano iperstimolanti ed eccitanti. Meglio la lettura di una fiaba o canticchiare una canzoncina’.

‘A tal proposito- dice ancora la consulente della SIPPS sui temi della genitorialità- voglio ricordare ‘Nati per leggere’ e ‘Nati per la musica’, progetti educativi di avvio molto precoce alla lettura e all’ascolto musicale in grado di dare stimolazioni delle emozioni positive’.

Iride Dello Iacono non ha dubbi. ‘Qualora un genitore o un insegnante assista a un gesto violento che un bambino eserciti su una figura femminile che sia la sorella, la cuginetta, l’amica o la compagna di classe, occorre intervenire immediatamente, anche nel caso in cui si dovesse trattare di un gioco un po’ fisico, a cui in quel momento la bambina non abbia voglia di partecipare. Educare i figli di sesso diverso in maniera paritaria favorisce in entrambi sicurezza, autonomia e autostima.

Un padre che valorizzi la figlia fa sì che lei stessa si senta apprezzata dalla figura maschile genitoriale e rafforzerà la ricerca futura di relazioni di reciproca stima con l’altro sesso e mai di sottomissione. Infine, a partire dai 12-13 anni, è estremamente utile avviare in ambito familiare, scolastico e pediatrico un’appropriata educazione sessuale, in cui si ribadisca il rispetto delle scelte, della persona e del corpo dell’altro, fattori cruciali per la prevenzione della violenza sessuale’.

La pediatra si sofferma inoltre sull’importanza di far comprendere alle giovani generazioni che la violenza non è solo fisica ma anche verbale. ‘Un bambino abituato a urla e frasi umilianti da parte del genitore diventerà a sua volta un adulto portato a urlare e ad umiliare.

Gli sembrerà infatti normale che la relazione si basi su discussioni violente e non sul dialogo e non sarà abituato al reciproco rispetto delle opinioni’.

E nella mente di una bambina che subisce violenza fisica e/o verbale potrebbero scatenarsi non poche e gravi problematiche. ‘Quando questo avviene soprattutto tra le mura domestiche la piccola svilupperà scarsissima autostima, mancato rispetto della propria persona e del proprio corpo. Tutto ciò, ovviamente, accadrà anche se la bimba assisterà alle violenze subite dalla mamma.

E potrebbe strutturare un modello di relazioni basate sulla prevaricazione della figura maschile su quella femminile. Da qui la necessità che tutti coloro che sono preposti alla cura dello sviluppo psicofisico dei bambini a partire dai primi anni di vita orientino i propri sforzi a individuare precocemente condizioni familiari di disparità di genere o, addirittura, condizioni di violenza assistita o di violenza subita’.

‘Le esperienze vissute nella prima infanzia- interviene il presidente SIPPS, Giuseppe Di Mauro- hanno implicazioni per la salute fisica e mentale lungo tutto l’intero corso della vita. Tutte le competenze del bambino, quelle motorie, sensoriali, cognitive, emotive e sociali, si vanno costruendo nelle primissime epoche della vita, a partire dal concepimento fino al termine dei primi tre anni’.

‘Già nel 2014- ricorda- l’Unione europea ha enfatizzato la necessità che i genitori vengano sostenuti nell’interpretazione del loro ruolo educativo e nel farsi totalmente carico delle responsabilità che le funzioni correlate alla genitorialità comportano. I genitori, dunque, devono essere considerati una risorsa cruciale nell’educazione dei cittadini del domani.

Per questo motivo gli interventi precoci a sostegno di una genitorialità responsiva costituiscono le basi perché vengano trasmessi comportamenti volti al rispetto, alla non violenza, all’accettazione della diversità e all’inclusione’.

‘Le azioni per intervenire sul vissuto sociale, sui fattori di rischio, sulle singole famiglie- informa Di Mauro- passano tutte attraverso percorsi di sostegno, di supporto e di aiuto alla genitorialità, dove il pediatra di famiglia riveste un ruolo fondamentale. Sostenere quindi i genitori in ambito educativo rappresenta la vera mission di una Società scientifica che opera in ambito preventivo’.

‘Nel tempo- conclude Di Mauro- la SIPPS ha sviluppato competenze e attenzioni a queste problematiche. Ne sono esempio le varie iniziative editoriali come le guide ‘Il bambino nella sua famiglia’ e ‘Includendo 360’, testo per la tutela della disabilità in pediatria.

Senza dimenticare il booklet di Ginecologia ‘Chiedi a me’, rivolto agli adolescenti, con risposte dirette a domande dirette raccolte tra i giovani. La SIPPS ha inoltre condiviso e ha collaborato scientificamente al progetto ‘Nestlé Parenting Initiative’, programma internazionale di sostegno alla genitorialità’. Perché ‘Una donna non si tocca nemmeno con un fiore’.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Anno bisestile, ecco perché febbraio ha un giorno in più

In realtà, la regola dei quattro anni non è propriamente esatta per individuare l’anno bisestile

ROMA – Il 2024 è un anno bisestile, ossia al posto dei canonici 365 giorni, ce ne sarà uno in più. Nello specifico, febbraio ha 29 giorni anziché 28. Nella conoscenza popolare, questo accade ogni 4 anni. Ma, in realtà, non è proprio così.

COS’È L’ANNO BISESTILE

La Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi a completare un’orbita intorno al Sole. Il calendario gregoriano, quello che utilizziamo, conta però soltanto 365 giorni. Per evitare la progressiva divergenza delle stagioni, le ore in avanzo vengono riallineate ogni 4 anni con l’anno bisestile. Se non aggiungessimo un giorno ogni 4 anni, nell’arco di un secolo il calendario astronomico e quello umano sarebbero sfasati di 24 giorni.

Questo calcolo risale ai tempi dei Romani. Precisamente, nel 46 a.C. Giulio Cesare, per pareggiare i conti con le ore di ‘avanzo’, seguendo i calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel calendario giuliano un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. In latino il 24 febbraio era il ‘sexto die ante Calendas Martias‘, e quel giorno diventò il ‘bis sexto die’, da cui la denominazione ‘bisestile’.

QUALI SONO GLI ANNI BISESTILI?

In realtà, la regola dei quattro anni non è propriamente esatta per individuare l’anno bisestile. Con il calendario gregoriano, che sostituì quello giuliano alla fine del sedicesimo secolo, furono introdotte delle definizioni più dettagliate. È considerato bisestile un anno non secolare (ossia non deve finire con 00, come 2016, 2020, 2024, etc…) divisibile per 4. È bisestile anche un anno secolare se divisibile per 400. Ad esempio, il 1900 NON è stato un anno bisestile perché è un anno secolare NON divisibile per 400. Invece, il 2000 è stato un anno bisestile ‘speciale’ perché anche se secolare è divisibile per 400. Il 2100, invece, NON sarà bisestile perché è un anno secolare NON divisibile per 400.

PERCHÉ IL SIMBOLO DELL’ANNO BISESTILE È UNA RANA?

Aprendo Google, in molti avranno notato che il doodle di oggi dedicato all’anno bisestile ha come protagonista una rana. La rana nei paesi anglosassoni è proprio il simbolo degli anni bisestili. In inglese, infatti, è uso comune riferirsi al 29 febbraio come ‘leap day’, dove ‘leap’ significa ‘salto’. Da qui la connessione tra rana e anno bisestile.

IL COMPLEANNO DEI NATI IL 29 FEBBRAIO

Quando festeggiano il compleanno i nati il 29 febbraio? Non c’è una regola precisa. Quando non c’è l’anno bisestile, c’è chi sceglie di anticipare il compleanno al 28 febbraio, o chi preferisce aspettare il 1° marzo. In Italia, a causa della data particolare, i nati il 29 febbraio hanno una carta d’identità che dura 14 anni al posto dei 10 canonici.

 Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Italiani senza competenze digitali: un’azienda su due non trova personale

Le aziende di Information tecnology faticano a trovare personale con competenze digitali avanzate, anche se questo non succede solo in Italia. Le richeiste sono legate a retribuzione e bilanciamento vita privata – lavoro

ROMA – Il 54,6% delle aziende di Information Tecnology in Italia fatica a trovare personale con competenze digitali avanzate. A fronte di una media globale del 47,3%, la percentuale tocca quota 60,6% in India. Vicini a noi Spagna (52,9%), Francia (51,2%) e Germania (50,6%). Minori difficoltà di reperimento in Polonia, Turchia e Portogallo, dove il fenomeno accomuna comunque oltre un’azienda su tre (rispettivamente il 37,6%, 33,6% e 38,8%). Sono i dati che emergono dal report “IT Global HR Trends” realizzato da Gi Group Holding, multinazionale italiana del lavoro, in collaborazione con il Politecnico di Milano e la società di data intelligence INTWIG Data Management. La ricerca, condotta in 13 Paesi -Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti- ha messo in luce i principali trend delle risorse umane nelle aziende del settore IT (Information tecnology) in una fase in cui l’innovazione e lo sviluppo tecnologico stanno trasformando i modelli lavorativi e di business.

Nella ricerca di lavoro, i fattori che i candidati al settore considerano prioritari sono la retribuzione (49%), un adeguato work-life balance (31,2%) e la possibilità di ricoprire ruoli che non comportino un elevato livello di stress (21,1%). Priorità confermate anche in Italia, dove il 60% sottolinea il fattore retributivo, il 32% la conciliazione del proprio lavoro con la vita privata e il 24% mette l’accento sul contenimento dello stress. Per un lavoratore su quattro (il 25,3% a livello globale, il 24% in Italia) un importante fattore d’attrattività sono anche le opportunità di avanzamento di carriera e crescita professionale che l’azienda può offrire.

Per attrarre e trattenere talenti, le imprese potrebbero considerare in misura crescente anche l’adozione di modelli di lavoro flessibili e ibridi. Più di un lavoratore IT su tre (38%) nel nostro Paese dichiara infatti di apprezzare il lavoro in modalità ibrida, percentuale considerevolmente superiore alla popolazione complessiva dove la quota scende al 18,9%.

L’Information Technology, aggiunge la ricerca, è il settore che registra il più alto livello di soddisfazione tra i lavoratori con un punteggio globale di 8,4/10 che sale a 9,3 in Italia. Non mancano tuttavia i fattori di stress, legati soprattutto alla difficoltà di conciliazione con la vita privata (48% in Italia, 39,2% a livello globale) e ai carichi lavorativi (44% Italia, 46,6% globale), aspetti che sottolineano come il contrasto a questi fattori sia cruciale per favorire tanto l’attraction quanto la retention dei talenti nel lungo periodo. Di fronte a queste trasformazioni, l’aggiornamento delle competenze e una cultura della formazione continua diventano un fattore cruciale per garantire alle aziende un vantaggio competitivo. A questo riguardo, i professionisti IT italiani – in linea con i loro colleghi globali – si impegnano attivamente per acquisire nuove skill, in particolare seguendo corsi di formazione organizzati dal proprio datore di lavoro (32%) ma anche investendo proattivamente in iniziative di apprendimento autonome con corsi e piattaforme di formazione online (28%).

Parallelamente alle hard skill, molte aziende guardano con favore alle competenze cognitive, gestionali e tecnologiche. Il pensiero analitico è la soft skill più apprezzata a livello globale, seguita da pensiero creativo, resilienza, motivazione e curiosità.

Per il settore IT è anche essenziale lavorare per ridurre il divario di genere. In questo senso, dalla survey emerge che le aziende a livello globale stanno adottando misure per garantire alle donne pari opportunità di carriera. Tra le principali: finanziare la formazione STEM per le figlie dei dipendenti, come incentivo per le donne a entrare a far parte delle loro organizzazioni, e ospitare o contribuire a conferenze universitarie con professioniste IT di successo.

“Il settore IT è percorso da un’ondata di innovazione spinta da cinque grandi forze che stanno aprendo nuovi scenari e trasformando le strategie di business: intelligenza artificiale, analisi dei big data, cloud computing, sicurezza informatica e tecnologia 5G- dichiara Elisabetta Paddeu, Division Manager ICT di Gi Group- il nostro Report, frutto di un’ampia ricerca condotta a livello globale, ha esaminato l’impatto di questi cambiamenti sui modelli di lavoro così come sulle carriere, i ruoli e le competenze nelle aziende del comparto. Uno dei risultati più significativi concerne le aspettative dei lavoratori e dei potenziali candidati: oggi, tra le priorità dei professionisti IT osserviamo infatti un’esigenza crescente di equilibrio tra vita professionale e personale, così come di far parte di un’azienda attenta al benessere dei dipendenti e di accedere a opportunità di formazione continua, particolarmente importante data la rapida evoluzione delle tecnologie. Comprendere e soddisfare le nuove aspettative dei lavoratori sarà fondamentale per affrontare la sfida del gap di competenze, trattenere i talenti e migliorare la competitività aziendale. In questo scenario le funzioni HR hanno il compito cruciale di leggere il cambiamento e guidare le loro organizzazioni nella nuova era tecnologica”.

 Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Sabato scorso è stata la Giornata del gatto: ecco perché

Il 17 febbraio in Italia è la Giornata nazionale del gatto: in Italia ce ne sono 10 milioni e sono un aiuto contro la solitudine e nel mantenimento di uno stile di vita sano

BOLOGNA – Il 17 febbraio in Italia è la Giornata nazionale del gatto. Perchè proprio il 17 febbraio? Innanzitutto un’antica tradizione identifica febbraio come il mese dei gatti e delle streghe, ma c’è anche un’altra ragione: febbraio è il mese in cui regna il segno zodiacale dell’Acquario, che è considerato il segno degli spiriti liberi, tratto universalmente riconosciuto ai gatti.

Quanto alla scelta del 17, deriva dall’idea di sfatare tutte le credenze negative legate ai gatti che portano sfortuna, in particolare quelli neri. Benchè in Italia si festeggi il 17 febbraio, a livello mondiale per la verità, molti paesi celebrano la festa del gatto in estate, l’8 agosto, giornata che venne indetta nel 2002 dall’International Fund for Animal Welfare (Ifaw).

In Italia quanto sono diffusi i gatti? Oggi quasi una famiglia su due (oltre il 40%) ha in casa un animale domestico ed è sempre più convinzione diffusa che la relazione con gli animali d’affezione porti un beneficio importante sia a livello di umore (e di educazione nella crescita dei bambini), che per mantenere uno stile di vita attivo. Inoltre, avere un animale in casa aiuta anche a sentirsi meno soli. Nel 2023, in Italia, si stimano circa 65 milioni gli animali domestici, di cui quasi nove milioni di cani e dieci milioni di gatti, entrati a far parte delle famiglie italiane. Inoltre, è cosa risaputa che i gatti – anzi, i ‘gattini’ – sono ormai star del web e dei social in particolare, dove sono amati più di ogni altro animale.

In occasione della Giornata nazionale del Gatto, Trovaprezzi.it ha fatto un focus sulle ricerche relative ai prodotti per animali da compagnia: nel 2023, ad interrogare Trovaprezzi su prodotti per animali sono stati in 6milioni e 240mila, registrando un +6% rispetto al 2022. La maggior parte delle ricerche riguarda il cibo (oltre 2milioni e 900mila ricerche) e gli articoli veterinari (oltre 2milioni e 450mila ricerche), che complessivamente raggiungono l’86% del totale.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – Carnevale quanto mi costi, anche 50 euro per un costume da bambino. Ecco come risparmiare tra trucchi e feste

Costumi, trucchi e feste private, spesso con l’animatore: chi ha un bambino sa bene che il periodo del Carnevale può costare molto caro. Ebbene, Federconsumatori ha calcolato che quest’anno si spenderà il 5% in più dello scorso anno

Il Carnevale entra sempre più nel clou una delle feste più amate dai bambini e dalle bambine, in tutta Italia così come a Rimini. Dove i marciapiedi si riempiono di coriandoli colorati, mentre sui banchi di pasticcerie, forni e grande distribuzione iniziano a comparire i dolci tipici di questa festa, in tutte le loro varianti. In questa occasione, Federconsumatori ha monitorato i prezzi dei prodotti alimentari, dei costumi e degli accessori tipici del carnevale, nonché i costi per organizzare una festa a tema con amici e parenti. Mediamente i prezzi aumentano del +5% rispetto al 2023, gli aumenti più elevati si registrano per i trucchi, per l’acquisto dei costumi e per i dolci tipici.

I COSTUMI

Tra le tendenze tipiche del 2024 spiccano i costumi di Barbie e delle serie TV più amate da grandi e piccini. Ma, visti i costi elevati, è sempre più in voga lo scambio di costumi con gli amici o l’acquisto di costumi economici online. Altra opzione molto gettonata, che rappresenta, anche, l’occasione per avere un costume unico e è il costume fai da te. Il prezzo medio di un costume si attesta quest’anno a 54,90 euro per un adulto e 49,90 euro per un bambino (rispettivamente il +6% e il +8% rispetto al 2023). Altra soluzione è il noleggio: in questo caso i costi variano in ragione della qualità e preziosità dei costumi.

TRUCCHI

Non c’è travestimento senza un make-up all’altezza: il prezzo medio di una palette di trucchi con un pennello e cinque colori è di circa 8,00 euro, mentre un kit più completo (otto colori, un pennello e una spugnetta) ha un costo di circa 26,99 euro. L’aumento medio di tali prodotti rispetto al 2023 è stato, rispettivamente, del +23% e del +12%. Per questi prodotti – così come per bombolette, costumi e altri accessori – è importante prestare la massima attenzione alla sicurezza, acquistando solo trucchi certificati: in particolare è opportuno verificare la presenza del marchio CE, che garantisce la conformità alla normativa europea e controllare che sulla confezione sia riportato l’elenco degli ingredienti. È inoltre buona norma evitare l’acquisto di prodotti che presentino un involucro danneggiato, poiché il deterioramento della confezione potrebbe derivare da condizioni di conservazione non ottimali. Riutilizzare i trucchi dello scorso anno potrebbe non essere una buona idea: attenzione alle indicazioni sulla scadenza!

FESTE PRIVATE

Per le famiglie riminesi che si trovano ad organizzare una festa in maschera, oltre alle spese per l’affitto della location, che ammontano a circa 269 euro (+8%), deve mettere in conto i costi dei diritti Siae (176,80 euro) e del buffet (15,90 euro a persona, +6%), a cui si possono aggiungere ulteriori spese nel caso in cui si voglia arricchire l’evento con la presenza di un animatore (168,00 euro) e di un truccatore (100,00 euro).

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

COSTUME & SOCIETA’ – È il Giorno della Marmotta: che cos’è e perché si festeggia

Oggi la marmotta Phil farà le sue ‘previsioni’

ROMA – Quanto manca all’arrivo della primavera? Durerà ancora tanto l’invero? Queste domande troveranno risposta oggi grazie ad un meteorologo d’eccezione: la marmotta Phil. Ogni 2 febbraio negli Usa ricorre il Giorno della Marmotta (Groundhog Day), una tradizione secolare per prevedere, in modo non proprio scientifico, quando l’inverno lascerà il posto alla bella stagione.

COME FUNZIONANO LE PREVISIONI DI PHIL

Ogni 2 febbraio, milioni di cittadini americani osservano con il fiato sospeso il rifugio di Phil. Se la marmotta uscirà dalla sua tana senza vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto. Al contrario, se Phil vedrà la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà nella sua tana, e l’inverno continuerà per altre sei settimane. L’evento è trasmesso in diretta streaming, ma il pronostico vale solo per gli Usa.

DAL FILM ALLA CANDELORA: FATTI E CURIOSITÀ SUL GIORNO DELLA MARMOTTA

Il Giorno della Marmotta divenne celebre nel mondo nel 1993 con il film “Ricomincio da capo” (Groundhog Day), dove Bill Murray resta intrappolato in un circolo temporale in cui è costretto a rivivere in loop il Giorno della Marmotta.

La celebrazione del Giorno della Marmotta deriva da antiche usanze cristiane e romane. Gli europei celebravano il 2 febbraio la Candelorauna festa per la presentazione al Tempio di Gesù 40 giorni dopo la sua nascita. Se il cielo era terso, significava un inverno prolungato: “Per la santa Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora; ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno”.

In Germania nel giorno della Candelora venivano utilizzati animali, come orsi o ricci, per predire l’arrivo della primavera. Gli immigrati tedeschi portarono poi il rito negli gli Stati Uniti, dove la tradizione si è radicata soprattutto in Pennsylvania, coinvolgendo però la marmotta.

Secondo la tradizione Phil è immortale. Fu nominato ‘oracolo ufficiale’ nel 1887 da un gruppo di cacciatori di marmotte di Punxsutawney. Rivali come la marmotta Chuck di Staten Island e il Generale Beauregard Lee, Georgia, hanno cercato di minare la sua fama, ma Phil ha mantenuto il suo significato culturale. Ovviamente Phil è un “falso”. Le marmotte in cattività in genere vivono non più di dieci anni.

Nel 2013 la marmotta Phil sbagliò il suo pronostico, prevedendo l’arrivo imminente della primavera. Al contrario, una tempesta di neve e temperature basse continuarono ad insistere sugli USA fino a marzo inoltrato. Il fatto divenne un caso mediatico quando il pubblico ministero di Butler County, Ohio, Michael Gmoser, dichiarò che la marmotta era colpevole di reato di false dichiarazioni di primavera‘ e avrebbe dovuto pagare per la predizione difettosa con la sua stessa vita. Ovviamente, si trattava di uno scherzo, ma in molti erano così infastiditi dallo sbaglio di Phil che si dissero favorevoli alla mozione…

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it